Chioggia con il suo centro storico e l’Isola di Pellestrina, incastonata nella Laguna di Venezia, sono una attrazione per i turisti appassionati di gastronomia ma anche del bici turismo e handbike.

In un giorno di agosto, con Fausto, compagno di tante scorrerie in handbike, abbiamo deciso di andare a conosce Kapitan Memo, artefice del progetto “Sali a bordo” (vedi link https://www.facebook.com/saliabordochioggia )

Kapitan Memo (https://www.facebook.com/kapitan.memo.3) ha riadattato una barca da pesca professionale facendola diventare una barca da diporto, adatta anche per la pesca sportiva oltre che per le semplici escursioni.

Pensate che può imbarcare fino a 10 persone in carrozzina e che la barca stessa può essere guidata anche da una persona seduta sulla propria carrozzina.

Non ultimo è anche dotata di un bagno accessibile.

Purtroppo, per una serie di sfortunate coincidenze, non siamo riusciti a fare un giro in mare, ma siamo andati a vedere la barca al suo attracco

 

 

 

Il Centro storico di Chioggia

Dopo aver incontrato Gianluca, questo il nome del Kapitan Memo, ed esserci fatti raccontare il suo progetto siamo ripartiti per andare a visitare il centro storico di Chioggia.

Chioggia si affaccia sulla Laguna di Venezia ed è una bella cittadina da visitare, con scorci interessanti, bellissimi i palazzi che si affacciano sul corso centrale dove si coglie nei decori, e in molti altri particolari, l’appartenenza a Venezia.

 

 

 

L’ApeCar di Chioggia

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ApeCar versione nautica lungo uno dei canali interni di Chioggia

Uno dei momenti più divertiti è stata la scoperta di una versione “chioggiotta” della conosciutissima ApeCar.

Purtroppo eravamo dalla parte sbagliata del canale  e separati da un ponte di gradini, altrimenti avremmo fatto il possibile per attraversare il canale e andarla a vedere da vicino e magari conoscere la persona che ha modificato questo mezzo, generalmente utilizzato per i piccoli trasporti, in un mezzo acquatico, almeno a noi è sembrato così.

Purtroppo però non abbiamo potuto approfondire ulteriormente le informazioni su questa realizzazione, ma al prossimo giro a Chioggia… 😉

Da Chioggia a Pellestrina in motonave con le handbike per fare bici turismo

Abbiamo preso la motonave in fondo a Corso del Popolo all’attracco ACTV. Biglietto andata e ritorno € 1,50 a tratta. Totale 3 €uro a testa andata e ritorno.

Attenzione! Le cunette delle rampe di connessione sono abbastanza ripide e quindi ci siamo fatti aiutare dai marinai di servizio che sono sempre super disponibili.

Siamo entrati direttamente con l’handbike montata e, oltre a noi, erano almeno una decina le biciclette dei turisti.

Il trasferimento dura poco più di una ventina di minuti e durante il trasferimento potrete ammirare anche le strutture costruite per il Mose, al quale passate a fianco e vedere l’Oasi e Riserva naturale di Cà Roman; un oasi con un paesaggio dunale di grande pregio ambientale ma sul quale purtroppo non ho informazioni riguardo l’accessibilità.

 

 

 

Finalmente sull’isola di Pellestrina

Arrivati all’isola di Pellestrina abbiamo studiato l’itinerario, da seguire con la nostra handbike, sulla tabella segnaletica (non avevamo avuto tempo di studiarlo prima, ma voi se potete fatelo altrimenti rischiate di perdervi punti interessanti).

In realtà il nostro obiettivo era quello di “scoprirla” andando a zonzo e l’unico appuntamento fissato era per il pranzo al ristorante il Campiello dove avevamo prenotato per andare a mangiare il famoso Pasticcio di Pesce.

Siamo così andati a spasso per Pellestrina, un’isola lunga 7 chilometri molto stretta, pensate che il punto più stretto è 23 metri.

 

 

 

Un consiglio: naso in su e curiosità

A spasso con l’handbike facendo caso ai particolari, ai colori e ai decori delle case. Troverete abitazioni di tutte le dimensioni e cortili interni curati come una sala da pranzo, dove ogni foglia, ogni pianta ha il suo posto.

Certo i colori delle case sono la prima cosa che noterete a volte così sfolgoranti mentre a volte sembrano quasi sparire.

Qui il gioco dei contrasti caratterizza case, vie e angoli tutti da scoprire.

Se avete la passione della fotografia, troverete sicuramente da sbizzarrirvi.

Il percorso seguito per esplorare l’isola di Pellestrina

Abbiamo iniziato il percorso con le nostre handbike, seguendo il lato della laguna, infilandoci di tanto in tanto, nelle calli, passando da campiello a campiello, visitando le piazzette più affascianti fino ad arrivare alla fine della pista. Una volta attraversata l’isola abbiamo raggiunto l’argine del muraglione che difende l’isola e la laguna dall’acqua del mare ed una volta trovata una rampa di accesso vi siamo saliti sopra per cercare di vedere il mare.

Attraverso una fitta vegetazione di piante di Tamerici, sono veramente pochi gli scorci in cui si vede il mare e, purtroppo, non vi sono accessi che consentano una discesa per attraversare la duna di sabbia e arrivare direttamente a quel mare che possiamo intravvedere solo per piccoli scorci.

Questo percorso lo abbiamo seguito fino alla rampa successiva, con qualche disagio per le nostre handbike perchè in alcuni passaggi, un po’ sconnessi e un po’ invasi dalla sabbia portata dal vento attraverso i varchi del muretto, le ruote sprofondavano, ma ne è valsa la pena.

Ci siamo poi infilati nuovamente tra calli e campielli per goderci l’unicità di quest’isola.

 

 

 

Cosa mangiare

L’isola di Pellestrina è famosa per i suoi ristoranti tipici e la sua cucina legata al mare e a base di pesce fresco come: schie, gamberetti, seppie, canocchie, cappesante e soprattutto il suo “Pasticcio di Pesce”.

Il pasticcio di pesce

Come in tutte le ricette tradizionali anche qui esistono delle varianti e delle personalizzazioni sulle quali gli esperti si soffermano a discutere fino ad invocare il sacrilegio.

Ma siccome io sono “foresto” e laico vi dirò che abbiamo scelto di andare a mangiare al ristorante “Il Campiello” dove il famoso pasticcio me l’anno presentato nel coccio che ancora sfrigolava.

Besciamella, pesce pregiato e linguine, al posto della sfoglia.

A me è piaciuto, come l’antipasto di crudi (immancabile il baccalà mantecato e le sarte di saor) e i gamberoni alla griglia che ha preso Fausto.

Considerata la giornata con un sole che picchiava a 35 gradi, ma sicuramente percepiti di più, abbiamo evitato il vino (sacrilegio!) preferendo l’acqua fredda!

 

 

 

L’accessibilità del ristorante il Campiello

Abbiamo mangiato nella piazzetta dove scorreva un fil di vento che rendeva piacevole il pranzo.

Il ristorante è dotato di due rampette, per superare i gradini di una decina di centimetri che collegano prima il portico e poi l’entrata del locale ristorante, dove si trova anche un bagno di dimensioni adeguate con dotazione di maniglioni nei punti giusti.

 

 

 

Dormire in una struttura V4A in Veneto – guarda questo LINK  https://bit.ly/V4A_Veneto

 

ACTV – Per informazioni sui costi dei biglietti https://actv.avmspa.it/it